Reykjavík
Il suo nome significa letteralmente “baia fumosa” e allude ai fumi geotermali che oggi alimentano l’intera aerea urbana-
Reykjavík non è decisamente la solita capitale, eppure sarebbe sbagliato sottovalutarla e non concederle qualche giorno.
Saranno le basse case colorate, la luce unica del profondo nord o il contrasto tra il clima freddo e la calorosa ospitalità dei suoi abitanti, ma questa cittadina affacciata sull’Oceano Atlantico dalla parte sudoccidentale dell’Islanda riesce a conquistare con un fascino tutto suo.
Il suo nome significa letteralmente “baia fumosa” e allude ai fumi geotermali che oggi alimentano l’intera aerea urbana – la quale, con i suoi circa 200.000 abitanti, ospita i due terzi degli islandesi – ma in città c’è molto più di un po’ di vapore da vedere e sperimentare, magari come preludio a un viaggio alla scoperta della stupefacente natura dell’isola.
Dalla chiesa al bagno caldo
Impossibile non notarla da praticamente ogni angolo della città: la chiesa di Hallgrímur (Hallgrimskirkja) è il luogo di culto più grande della nazione e il suo caratteristico campanile alto quasi 75 metri offre la miglior vista che possiate desiderare su Reykjavík e sul Golfo di Faxaflói.
Piazza Austurvöllur è invece il fulcro della città, dove ogni anno viene eretto l’albero di Natale donato da Oslo e da dove è un attimo arrivare a piedi al laghetto di Tjörnin, attorno al quale sorge il parco più frequentato dagli abitanti, oltre che da cigni, anatre artiche e altri uccelli selvatici.
Sempre in zona si trova anche una seconda cattedrale luterana, nonché uno degli edifici più antichi della città, la Dómkirkjan risalente al 1796, da cui vale la pena proseguire tra le vie del centro alla scoperta degli scorci caratteristici di Reykjavík, che talvolta si aprono inaspettati dietro edifici anonimi.
Fuori dal centro, nel quartiere Öskjuhlið, si trova un edificio insolito ma assolutamente unico: è il Perlan, composto da sei enormi cisterne contenenti acqua bollente sovrastate da una cupola in vetro. La sua funzione principale è l’immagazzinamento dell’energia geotermica, ma ospita anche un museo e persino un ristorante panoramico girevole.
A proposito di calore sotterraneo, una visita di Reykjavík non può dirsi completa senza qualche ora di relax in una delle numerosissime piscine distribuite in tutta la città: cosa c’è di meglio di un bel bagno caldo mentre attorno, sopra la superficie, si gela?
Vichinghi e architettura moderna
Per chi è sempre a caccia di storia e cultura autoctone, le tappe da segnarsi in rosso nella propria tabella di marcia islandese sono almeno quattro, a partire dal National Museum of Iceland (Þjóðminjasafn Íslands), che racconta la storia dell’isola a partire dai Vichinghi attraverso un percorso moderno e interattivo.
La Culture House (Safnahúsið) promuove invece la storia e la cultura islandese, principalmente con mostre temporanee, mentre la National Gallery of Iceland (Listasafn Íslands) ospita un’interessante collezione di arte danese e nazionale, soprattutto del XIX e XX secolo.
Infine, la Nordic House (Norræna Húsið), in cui si svolgono alcuni dei principali eventi culturali della città, vale una visita anche solo per le sue forme, frutto nel 1961 dell’estro dell’architetto finlandese Alvar Aalto.
Sfida allo squalo
Difficile comprendere come possa essere considerata una prelibatezza, però non c’è nulla di più tipico della cucina islandese rispetto allo squalo fermentato (Hákarl). Il suo odore e il suo sapore fortissimi, per molti oltre i limiti del disgustoso, lo rendono più una sfida che un piacere per i turisti, ma fortunatamente non si tratta dell’unica proposta culinaria locale.
Tradizionali sono anche il pesce essiccato (Harðfiskur), la testa di pecora bollita (Svið) e la carne di balena, proposta in diverse ricette da numerosi ristoranti del centro, tutti piatti da accompagnare con il tradizionale pane nero locale.
A fine pasto non può mancare un bicchierino di Brennvín, grappa chiara locale.
Notti brave
Reykjavík offre una movida talmente articolata da essersi costruita una certa fama per le sue notti festaiole. Ovviamente tutto si svolge in centro (nella zona di Laugavegur, la principale via dello shopping) con un’ampia offerta di locali, principalmente bar e pub, che nei weekend, oltre agli alcolici, servono tanta musica fino alle cinque del mattino.
In queste notti le strade sono sempre relativamente affollate, anche perché la pratica comune è quella di passare da un locale all’altro, senza lo stress del dress code tanto in voga nelle grandi città, ma accessibile solo ai maggiori di 20 anni.
A febbraio, giugno e novembre, poi, le proporzioni della festa aumentano a dismisura in occasione rispettivamente del Sónar Reykjavík, del Secret Solstice Festival e dell’Iceland Airwaves.
Oltre la città
Fiordi, ghiacciai, cascate, verdi parchi incontaminati e paesaggi memorabili sono praticamente ovunque in Islanda. Tra le attrazioni naturali da non perdere nella zona della capitale va citato innanzitutto il parco nazionale Snæfellsjökull, che si estende attorno all’omonimo vulcano sormontato da un ghiacciaio e talvolta visibile dalla città all’estremità opposta del Golfo di Faxaflói.
Più vicino a Reykjavík c’è Geysir: il più antico geyser conosciuto (tanto da aver dato il nome al fenomeno), nonché il più alto in attività, con le sue eruzioni fino a 60 metri.
Sulla strada per Geysir si trova anche il parco nazionale di Thingvellir, dove si nota chiaramente la faglia tra le placche continentali, mentre poco oltre il sito geotermale c’è la stupenda cascata di Gullfoss, altro sito imperdibile.
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L’Islanda non aderisce all’Unione Europea, tuttavia fa parte della cosiddetta “area Schengen”: ciò significa che i cittadini dei 26 stati rientranti in questo accordo, compresa l’Italia, possono entrare nel paese senza passaporto, esibendo semplicemente una carta d’identità valida per l’espatrio e con validità residua almeno pari al periodo di permanenza in Islanda.
I cittadini di altri paesi, invece, dovranno munirsi di passaporto e richiedere anticipatamente un visto Schengen.
Per maggiori informazioni si rimanda al sito del Direttorato dell’Immigrazione Islandese: www.utl.is. -
Grazie alla corrente del Golfo, il clima di Reykjavík è meno rigido di quanto si potrebbe pensare. In inverno, infatti, è difficile scendere sotto i -15 °C, con le temperature minime e massime che si attestano mediamente poco sotto e appena sopra lo zero.
In estate la colonnina di mercurio raramente supera la soglia dei 20 °C, con minime medie dai 6 ai 9 °C a seconda dei mesi.
Al di là della temperatura, le nuvole dominano spesso il paesaggio, mentre le precipitazioni sono distribuite pressoché equamente lungo i 12 mesi pur non essendo particolarmente abbondanti, con circa 800 mm all’anno.
I mesi migliori per un viaggio nella zona di Reykjavík sono dunque quelli che vanno da fine maggio a inizio settembre, senza contare il fondamentale fattore luce: solo durante questo periodo il sole sale relativamente alto in cielo per qualche ora, anche se poi, data la vicinanza al circolo polare artico, di fatto il buio non arriva mai per via del costante permanere di una luce crepuscolare.
Tips
Nel caso abbiate poco tempo a disposizione per scoprire la città, il modo migliore di farlo è con il Free Walking Tour Reykjavík, un tour a piedi della città con tanto di guida che dura circa due ore e si paga solo alla fine con un’offerta libera.
Dal porto, invece, partono diverse escursioni di “whale-watching”, che vi porteranno a vedere da vicino balenottere, delfini megattere e altri maestosi mammiferi marini.
Da inizio settembre a fine aprile, potrete invece assistere allo struggente spettacolo delle aurore boreali, mentre dal punto di vista culturale sono almeno due gli eventi da segnalare: innanzitutto il Reykjavík International Film Festival di fine settembre, dedicato al cinema indipendente; in secondo luogo il Reykjavík Art Festival, biennale che sin dagli anni '70 coinvolge l’intera città tra fine maggio e inizio giugno.