Un futuro post-pandemico sostenibile nella mobilità urbana
Milano si prepara a un futuro post-pandemico sostenibile nella mobilità urbana – con particolare attenzione alle biciclette.
Città attrattiva per innumerevoli buone ragioni, Milano non è mai stata lodata per la qualità della sua aria. Collocata nel mezzo di una pianura circondata da montagne, condivide con la Regione a cui appartiene livelli di inquinamento preoccupanti. La situazione è migliorata di molto in anni recenti, ma il gran numero di veicoli a motore che circola ogni giorno rimane un problema importante.
Improvvisamente, a causa della pandemia da coronavirus e del conseguente lockdown, la maggior parte delle persone non ha più potuto spostarsi in auto, e i risultati per quanto riguarda la qualità dell’aria sono stati straordinari, come nel resto del mondo. Ma con l’allentarsi delle restrizioni e il ritorno graduale a una nuova normalità, l’Amministrazione cittadina si è resa conto assai presto che – a causa delle necessarie misure di distanziamento sociale – il trasporto pubblico non avrebbe potuto tornare a essere quello di prima e il rischio sarebbe stato quello di un incremento drammatico del traffico veicolare.
Trasformando un problema in un’opportunità, Milano ha deciso di dare nuovo impulso ai suoi progetti di mobilità sostenibile e green – il completamento di alcuni dei quali era previsto per il 2030 – sviluppando al massimo la propria rete ciclabile. Da molto tempo la città aveva sviluppato un sistema di bike-sharing di successo, sia in stazioni fisse che mobile, sfruttando la superficie pianeggiante e le dimensioni contenute che la rendono ideale per la bicicletta. Recentemente erano stati introdotti anche i monopattini elettrici. Purtroppo restavano le strade strette, talvolta congestionate e – naturalmente – il traffico.
Un certo numero di piste ciclabili era stato realizzato, ma solo dove le strade erano sufficientemente larghe e la configurazione urbanistica lo consentiva. Per preparare la ripartenza della città, piste ciclabili a basso costo sono state ora delineate ai lati di strade di grande spostamento, restringendo la carreggiata e consentendo il transito agevole dei ciclisti, spesso protetti dal traffico da una fila di auto parcheggiate. Nello stesso tempo i marciapiedi sono stati ampliati per i pedoni e in alcune vie sono stati introdotti limiti di 30 km orari e priorità per i ciclisti. 35 km di nuove piste sono programmati per la fine dell’estate.
Questo esperimento ambizioso di mobilità sta già raccogliendo i suoi frutti, dato che nelle ultime settimane l’uso della bicicletta è aumentato in modo considerevole, e le nuove aree a traffico ridotto si preparano a una nuova vita anche commerciale in concomitanza con il ritiro delle ultime restrizioni. Una città più verde, tranquilla e salubre è ciò che la maggior parte dei cittadini desidera veramente, una città dove sia assolutamente possibile muoversi in modo sostenibile.
Milano non diventerà probabilmente mai Amsterdam, dove il 40% di tutti i viaggiatori usano la bicicletta, ma può comunque fare del suo meglio, in considerazione sia della brevità delle distanze all'interno della città, sia di quanto più godibile promette di essere questa esperienza, per I residenti come per i visitatori – che possono facilmente raggiungere in bicicletta i punti di maggiore interesse. La Lombardia è stato il territorio europeo che il Covid-19 ha colpito per primo. Milano ha ora l’opportunità di rimettersi in moto prima di altri. Le sue scelte in tema di mobilità sono già all'attenzione di molte importanti città di tutto il mondo.